C’è un mondo professionale che conosco meglio di qualunque altro, ed è il mondo della sanità odontoiatrica privata.
Ci sono cresciuta dentro, in anni in cui il mio livello di consapevolezza di sé era basso data la giovane età, eppure una cosa la sapevo con certezza fin dai primi giorni: il mondo odontoiatrico era interessante, affascinante, sfidante e stimolante. Si è trasformato subito in passione più che in lavoro, una passione che ha trasceso orari, contratti, inquadramenti, ed ha lasciato posto solo alla voglia di apprendere, di sapere, di conoscere e capire.
Ho respirato deontologia fin dal primo giorno, ho respirato etica ed empatia per lo stato del paziente, ed ho ben presto maturato la consapevolezza che lavorare in sanità è qualcosa di diverso dal lavorare nei servizi o nel commercio o negli altri ambienti professionali, industriali, artigianali o commerciali.
Nella sanità c’è una persona al centro della relazione, una persona potenzialmente “malata” (il paziente) e quindi temporaneamente fragile. Una persona che riporta sintomi secondo il suo vissuto, usando il suo linguaggio, etichettando le sensazioni in base alla propria personalità. Negli anni ho visto carie devastanti e di certo dolorose essere descritte come un “fastidio” e carie iniziali, ancora a livello dello smalto, essere descritte come un “dolore insistente”. Ho ascoltato persone dare molta importanza alla salute orale e prendersene cura in modo puntuale e costante e ho visto persone trascurarsi come se il cavo orale fosse un sistema indistruttibile, scollegato dal resto del corpo.
Affascinata dal linguaggio, da come nasce, da come si formano i comportamenti comunicativi ho iniziato a studiare la comunicazione, dapprima per capire meglio il paziente, per avere strumenti di comprensione profonda della dinamica comunicativa, e successivamente per avere nel linguaggio uno strumento di guida e di orientamento e d’aiuto per il prossimo.
Lasciato il ruolo in ambito clinico, ho usato alcuni anni per approfondire gli studi sulla comunicazione d’aiuto: ho fatto un Master triennale in Gestalt Counseling, ho proseguito lo studio della Programmazione Neurolinguistica, ho intrapreso il percorso di Coach in ambito business ed ho iniziato a lavorare come consulente per l’organizzazione dei servizi sanitari odontoiatrici.
Ricordo che al tempo (ormai più di 10 anni fa) pensai che non era sufficiente aver maturato 20 anni di esperienza pratica in campo odontoiatrico (per altro a fianco di eccellenti professionisti del settore che esprimevano la loro competenza e la loro arte professionale all’insegna dell’innovazione tecnologica e al passo con lo stato dell’arte) per essere una buona consulente organizzativa, ed ho ritenuto necessario studiare la comunicazione e le sue dinamiche, gli stili di personalità e le dinamiche di gruppo, l’importanza dei valori nella realizzazione professionale con l’obiettivo di essere una consulente efficiente.
Nei 20 anni trascorsi nel ruolo clinico ho incontrato diversi consulenti che entravano nel contesto operativo con l’obiettivo di supportare l’organizzazione e/o il business e finivano per uscire con molte più informazioni di quante ne avessero prima di entrare, lasciando briciole di utilità organizzativa. Perché se non conosci “un mestiere” è difficile che tu lo riesca ad organizzare.
L’utilità per il prossimo
Ed è in quei vent’anni di pratica operativa e nei dieci anni di studio successivi che ho identificato i valori che ispirano la mia professione, primo tra tutti il valore dell’utilità per il prossimo. Voglio che l’incontro con me possa sempre essere considerato utile, che trovi sempre e comunque il suo senso di utilità nella storia dell’altro.
Che sia un titolare di studio che si rivolge a me per migliorare l’organizzazione dello studio, che sia un operatore sanitario che si rivolge a me per migliorare la sua posizione professionale, che sia un’organizzazione che si rivolge a me per raggiungere un obiettivo, un leader che sente il bisogno di supporto e di coaching per esprimere al meglio la sua leadership, per me è importante che il bilancio della relazione penda dalla parte dell’utilità.
In più di dieci anni di consulenza e coaching ho incontrato tante persone, con alcune la collaborazione è diventata continuativa, con altri non è proprio partita e con altri è stato un servizio fornito su richiesta. Alcuni avevano problemi oggettivi (mancanza di digitalizzazione nello studio, sottodimensionamento delle risorse umane, mancanza di strumenti di controllo dell’andamento economico finanziario, mancanza di configurazione organizzativa, disallineamento con il mondo attuale, team manipolatori e boicottanti, leadership professionale da sviluppare) altri avevano problemi di marketing e di mercato, (erano molto professionali capaci e competenti ma faticavano a comunicarlo nel modo giusto); altri ancora erano in un delirio autoreferenziale narcisistico guidati dall’esigenza che il mondo capisse la loro grandezza professionale intellettuale ed umana e totalmente refrattari a qualunque feedback e/o percorso in cui fossero coinvolti loro prima del loro team “causa di tutti i mali”😊.
Ho cercato di dare il meglio di me con ognuno di loro, di fare in modo che l’incontro con me, a prescindere dalla sintonia potesse sempre trovare la sua collocazione nell’utilità.
L’onestà intellettuale
Oltre al valore dell’utilità, sono guidata dal valore dell’onestà intellettuale: mi impegno molto nella verifica delle informazioni e delle conoscenze.
La sanità è un ambito sul quale impattano numerose e diverse normative, peraltro in modo dinamico. Siamo usciti dalla burocrazia statica e siamo ormai da un decennio in una burocrazia dinamica, in cui le leggi evolvono nel tentativo di restare al passo con i tempi e orientare i comportamenti giusti da quelli sbagliati. Perché al centro c’è il paziente, persona potenzialmente fragile, che va tutelata, curata assistita, educata a prendersi cura di sé e della sua salute.
Per ogni norma c’è un “esperto” ma non sempre gli esperti sono esperti in sanità, può succedere quindi che le informazioni dell’esperto non siano perfettamente aderenti alla cornice della sanità. Immaginate il mio imbarazzo ogni volta che chiedo una esplicitazione o un approfondimento ad un esperto perché so che manca l’adattamento alla sanità e l’esperto di turno afferma con sicurezza che “non è necessario” o “ non si applica” ecc. Non mi resta che suggerire al cliente di farsi dare una risposta scritta ed archiviare l‘affermazione, in modo che in caso di controlli, si possa almeno esibire il parere dell’esperto dimostrando così di aver quantomeno agito con prudenza (chiedendo una precisazione) e con professionalità (interpellando un esperto).
Parlare di norme a un medico è un ottimo modo di provocargli un’orticaria, le uniche norme che accetta di buon cuore sono le raccomandazioni e/o linee guida cliniche. Tutto il resto delle linee guida, norme tecniche e leggi varie, è vissuto come un inspiegabile ma soprattutto inutile vincolo nonché perdita di tempo. Quasi come se le linee guida elaborate dagli ingegneri clinici ospedalieri non avessero lo stesso obiettivo delle linee guida elaborate dal team di esperti della Rianimazione Cardiopolmonare: entrambi i team hanno a cuore la salute del paziente. C’è anche una legge (Legge Gelli) che ha portato la sicurezza delle cure al pari del diritto alla salute e che sottolinea l’importanza della burocrazia dinamica.
È per questa onestà intellettuale che non vado bene per quegli imprenditori della salute che amano banalizzare l’importanza delle norme, che detestano investire in tutto ciò che non è prettamente clinico (ho visto ambienti in cui la tecnologia clinica era all’avanguardia ma si faticava a comprare una seduta decente alle segretarie costrette a diverse ore di lavoro su sgabelli improponibili) o che cercano approvazione e rinforzo del loro stile di leadership.
La competenza professionale
Il terzo valore guida è la competenza professionale, intesa come l’aggiornamento continuo a 360° di ciò che impatta sul settore odontoiatrico. È un impegno continuo quello di essere aggiornata il più possibile nella consapevolezza che poi ci sono “gli esperti” di settore ad occuparsi specificatamente dei diversi ambiti ma in quanto Business Coach devo perlomeno conoscere i diversi ambiti ad un livello sufficiente per tenere “in sicurezza” il mio cliente.
Utilità, onestà Intellettuale e competenza professionale: questi i valori guida, questi gli obiettivi della consulenza: una consulenza o un percorso di coaching in ambito business che sia utile, che sia “etico”, onesto, aggiornato e professionale.
Consulente esperto in ambito sanitario odontoiatrico e Business Coach: perchè sceglierlo
Credo che per un imprenditore sia importante evitare consensi facili, evitare di acquistare servizi singoli (controllo di gestione, marketing, formazione) quando quello che gli serve è un nuovo mind set, è un reset dei motivi che lo hanno condotto fino ad oggi, per confermare solo quelli utili e funzionali al contesto attuale e trovare i nuovi valori, adeguati ai nuovi obiettivi alle nuove mete.
Avvalersi di un consulente esperto nell’ambito sanitario odontoiatrico significa circoscrivere con precisione l’ambito di applicazione delle norme, il livello di applicazione in base alla dimensione organizzativa o in base alla forma fiscale in cui si esercita.
Avvalersi di un Business Coach consente di elaborare un nuovo Mindset necessario per affrontare i cambiamenti in atto nel mercato odontoiatrico (si prevede la cessazione di numerose attività professionali nel prossimo futuro) e nell’ambiente sanitario (con una sanità pubblica che grazie al PNRR sarà digitale, rinnovata dal punto di vista strumentale e strutturale, vicino al cittadino e completa dei servizi sociali).