In tutti gli impieghi, a tutti i livelli, in ogni ambiente professionale viene richiesto il miglioramento delle performance.
Cos’è la performance?
La performance è una prestazione considerevole, un’azione fatta bene dal punto di vista tecnico operativo, fatta nel modo giusto con i giusti toni e modi, nel contesto appropriato e ad alto valore qualitativo per l’azienda.
Come si fa ad aumentare il livello delle proprie prestazioni, affinché diventino “performance considerevoli”?
È necessario sviluppare l’intelligenza emotiva, il turbo delle performance le cui componenti sono:
- la conoscenza e il controllo di sé
- la motivazione
- l’empatia
- la capacità di avere relazioni sociali.
Sicuramente una organizzazione strutturata, che ha chiarezza dei ruoli, dei compiti affidati e delle responsabilità, che organizza il tempo di lavoro in modo adeguato alle aspettative, i cui valori coincidono in parte con quelli delle persone coinvolte, agevola lo sviluppo delle performance.
Tuttavia è lo sviluppo dell’intelligenza emotiva del singolo che fa la differenza e qui entra in campo il coaching.
Cos’è il coaching?
Il coaching è un programma di potenziamento e di sviluppo delle competenze.
Si avvale di tecniche e i modelli di riferimento per organizzare un piano di azioni ben definito nel tempo, che porta ad una maggiore consapevolezza di sè, dei propri comportamenti ed a comprendere l’impatto che i propri comportamenti hanno nelle relazioni personali e professionali.
Attraverso il coaching si amplia la gamma dei comportamenti attuabili, perché si intraprende un percorso di consapevolezza dei propri stati d’animo, delle proprie reazioni e si impara metodi di gestione alternativi.
L’arma principale del coaching è il dialogo orientato agli obiettivi. L’origine etimologica di dialogo è “dia-logos” ovvero attraverso (dia) il discorso (logos) e il confronto tra persone, si arriva ad una nuova conoscenza, ad un sapere nel coaching orientato agli obiettivi prefissi. E’ un dialogo strategico in cui il coach si pone come interlocutore di orientamento, come aiutante nel processo di consapevolezza.
Quando si dice che le principali qualità di ogni operatore sono un buon livello di intelligenza emotiva e un buon livello di pensiero concettuale, cosa si intende?
Si intende che, a prescindere dalla competenza tecnica, dall’esperienza specifica, dalle conoscenze teoriche e professionali, ciò che conta è la conoscenza di sé, dei propri punti di forza e dei propri punti di debolezza per i quali è utile avere una sana autoironia, la capacità di essere persone affidabili, di avere un adeguato livello di integrità morale, capacità di contenere e indirizzare impulsività e/o aggressività. Ponendo questi aspetti come un obiettivo, è necessario confrontarsi con l’altro (in questo caso un professionista appositamente preparato come il coach) in modo che il dialogo sia mirato sugli obiettivi, affinché il confronto sia costruttivo e utile in direzione dell’obiettivo.
Per avere performance significative è necessario avere un buon livello di motivazione, possedere la passione per raggiungere determinati obiettivi che soddisfano a livello personale perché significano più del compenso economico per il quale si lavora. Avere relazioni di fiducia con i collaboratori e saper calibrare autonomia e controllo, in una relazione in cui l’esempio sia il collante della relazione e non il ruolo o la direzione formale. Saper ascoltare e considerare gli altri, le loro emozioni, prestare attenzione, tempo e comprensione per gli altri membri del team, trovando spazio per loro dentro di sé.
Il pensiero concettuale invece è la capacità di riconoscere modelli astratti o rapporti fra situazioni complesse, definendo problemi anche usando metafore e analogie; ricomporre idee, questioni e osservazioni in concetti; identificare aspetti chiave di situazioni complesse (www.atlantedelleprofessioni.it)
Come riflettere sulla qualità delle azioni se si è immersi in azione?
È necessario fermarsi un attimo, prendersi il tempo di ragionare sulle cose, sugli eventi, sulle emozioni e sui comportamenti, per poterli comprendere e grazie alla consapevolezza intervenire su questi.
Come attivare un percorso di coaching?
Nel caso del coach messo a disposizione dall’azienda, la direzione indica gli obiettivi che vuole raggiungere attraverso il supporto di coaching, si individuano le persone con le quali agire, si stabilisce un termine entro il quale si vuole raggiungere l’obiettivo e si organizzano gli incontri che possono essere individuali e/o di gruppo.
Nel caso del coach ingaggiato a livello personale, si organizza la prima sessione di incontro (telefonico, da remoto o di persona) si inquadrano i bisogni ed i desideri e si esplora lo stato d’animo e il set dei valori, le conoscenze e le convinzioni che animano la persona e valutato l’idoneità dei coach in relazione ai bisogni del cliente (esistono diversi tipi di coaching), chiarite le aspettative realistiche sul percorso di coaching si stabiliscono gli obiettivi i termini del percorso e la frequenza.
Avere a disposizione un coach in azienda, o avvalersi di un coach per un percorso personale di miglioramento, consente di “guardarsi dentro” con l’obiettivo di capirsi meglio, di imparare a governare meglio i propri comportamenti, le reazioni, le emozioni, azioni e la propria comunicazione.
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