Coaching e consulenza: un percorso da fare in sintonia

consulenza

E’ meglio avvalersi di un consulente o è meglio avvalersi di un business coach? Come capirlo? 

Il consulente

La consulenza presuppone conoscenza e competenza in uno specifico ambito. Se cerchi un consulente di marketing ad esempio, l’esperto in questione dovrebbe essere in grado di analizzare la tua posizione attuale, valutare quanti e quali strumenti di comunicazione hai messo in atto, in quali canali, quali azioni hai messo in pista e che risultati ti hanno dato, quanto hai investito in ogni azione, che tipo di strategia hai usato (generazione di traffico organico attraverso contenuti  di valore o generazione di traffico a pagamento, cartelloni e volantini pubblicitari, comunicazione sui social, presenza locale o altro) ma soprattutto dovrebbe aiutarti a stabilire qual è l’obiettivo di marketing “giusto e sostenibile per te”. Il marketing è una strada di non ritorno, complementare all’attività professionale. Siamo nel mondo dell’informazione in cui fare non basta più, bisogna comunicare che si sa fare come e perché. Mentre noi dormiamo internet lavora per noi. È la nostra vetrina h24, racconta di noi, informa, spiega, pubblicizza accresce la conoscenza dell’interlocutore in uno specifico campo. 

Stabilito l’obiettivo di marketing seguirà la strategia per conseguirlo, le risorse necessarie da stanziare, e il tempo per raggiungerlo e si farà carico delle azioni specifiche e raggiungerà l’obiettivo, numeri alla mano. Analogamente in tutti gli altri ambiti: l’esperto in questione ascolta il bisogno espresso, analizza lo stato dell’arte, concorda l’obiettivo con il cliente, definisce la strategia e le risorse necessarie stima il tempo utile e si fa carico di una o più azioni direttamente in modo che l’obiettivo prefisso sia raggiunto. Nella consulenza il cliente “non sa” e “il consulente è colui che sa” e che propone le soluzioni al cliente.

Il business coach

Il business coach invece ascolta il cliente e in qualità di esperto in comunicazione (di fatto lo strumento principe del coach è l’ascolto e la parola che guida il coachee nella messa a fuoco dei suoi valori dei suoi obiettivi e delle sue necessità) indaga il mondo del cliente in accordo con lui, per capire quanto il bisogno percepito sia la punta dell’iceberg o l’iceberg sia stato adeguatamente misurato e compreso. 

coaching

Perché distinguere il business coaching dagli altri tipi di coaching? Perché circoscrivere al business l’attività di coaching presuppone che il coach abbia conoscenza o esperienza del business del cliente specificatamente o perlomeno del business in generale.

Immaginiamo che un cliente si trovi in stallo in una situazione con un collaboratore molto capace e molto difficile caratterialmente e chieda l’aiuto di un business coach per trovare la soluzione giusta: un business coach unirà a queste informazioni principali anche informazioni di tipo “business”: da quanti anni è in forza al team, di cosa si occupa specificatamente, che tipo di contratto è in essere, quanto e cosa produce autonomamente e di cosa si occupa per conto della direzione, qual è il suo peso nel fatturato e nei costi, qual è il percorso di carriera tracciato, quali sono esattamente i comportamenti che portano la direzione a definire che la persona “abbia un brutto carattere” e che tipo di interdipendenza operativa lo coinvolge ad esempio.

È attraverso questa indagine fatta insieme al business coach che il cliente apre i suoi orizzonti e mette tutti gli elementi sul tavolo della valutazione: Può essere che il “brutto carattere” sia l’aspetto che impatta prima degli altri sulla valutazione da fare ma, possono emergere interdipendenze o aspetti produttivi rilevanti difficilmente recuperabili sul breve termine che possono equilibrare la valutazione e promuovere nuove proposte. Il business coach  esplora la situazione a 360° e riporta sempre al centro il business, contestualizza nel business il problema da affrontare.  

Consulente e business coach, un doppio abito?

Indossare il doppio abito richiede una doppia competenza, non ci si improvvisa consulenti e non ci si improvvisa business coach: il consulente fornisce servizi e soluzioni specifiche per problemi specifici, il business coach fornisce supporto e favorisce il percorso di consapevolezza leadership e autorevolezza del cliente in ambito business. L’uno lavora “sulle cose”, l’altro lavora “con le persone”

Non tutti sono adatti al coaching: per avvalersi di un coach è necessario capire che parte dei problemi oggettivi nei quali ci si dibatte possono essere dovuti anche ai propri comportamenti.

Il coach va chiamato per sé stessi prima che per gli altri. Il business coach ascolta le esigenze del cliente e lo aiuta a identificare con precisione l’obiettivo giusto per lui. Gran parte del lavoro di coach è contestualizzare, inquadrare bisogni e desideri nella cornice dell’attualità e della sostenibilità nonchè della fattibilità. 

Stabilito l’obiettivo da raggiungere e le risorse necessarie e/o allocabili è necessario fissare un piano di azione con aspetti chiave che scandiscano l’evoluzione del progetto.

Il coaching è cambiamento, è movimento e azione, è chiudere con i comportamenti disfunzionali è aggiornare il mindset dei valori che guidano il business è stabilire nuove mete e nuovi orizzonti.

Se l’imprenditore pensa che il problema siano “gli altri” è molto difficile che le cose cambino in modo duraturo. Se l’imprenditore a parole proclama disponibilità al cambiamento ma al momento della frustrazione che accompagna fisiologicamente alcuni cambiamenti, accampa alibi di ogni tipo (dall’età alla posizione raggiunta) è meglio abbandonare il coaching a passare alla consulenza, ovvero acquistare strumenti e servizi da applicare che non richiedono cambiamenti significativi nei comportamenti della direzione. 

Molto spesso ho sentito di imprenditori che in realtà desideravano un percorso di coaching dai loro consulenti e invece hanno raccolto “solo” servizi e strumenti (puntualmente abbandonati dopo un po’) e altre volte ho sentito imprenditori richiedere a gran voce il coaching salvo poi non essere in grado di attuare il cambiamento perché incastrati in qualche dinamica autoreferenziale o perché spaventati dal cambiamento in generale. 

Se pensate di avere bisogno di strumenti è opportuno che contattiate un consulente che in qualità di esperto per “mestiere” vende servizi.

Se pensate di aver bisogno di supporto per il vostro ruolo di imprenditore contattate un business coach che vi supporti e vi aiuti nel chiarirvi cosa è importante per voi, cosa vi renderà felici dal punto di vista professionale, quali sono gli indicatori della soddisfazione professionale che vorrete misurare. 

Per evitare perdite di tempo contattate una figura che possegga entrambe le competenze: come consulente vi darà soluzioni pratiche e strumenti come business coach vi darà l’aiuto necessario alla vostra leadership, per  raggiungere  la vostra felicità professionale. Il business coach ha a cuore il vostro benessere e la vostra leadership, il consulente vi fornisce strumenti che risolvono specifici problemi.

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