L’ambiente odontoiatrico è complesso, dinamico e impegnativo: richiede alta specializzazione, interdisciplinarità e competenze relazionali costanti. Negli studi dentistici, la precisione e l’accuratezza sono fondamentali, poiché il lavoro su pazienti esige rapidità e attenzione, oltre che serenità e stabilità tra colleghi. Tuttavia, questo ambiente intensamente femminile e popolato da figure professionali diverse, come dentisti, assistenti alla poltrona (ASO) e altro personale ausiliario, non è immune a dinamiche disfunzionali e, in alcuni casi, al fenomeno del mobbing.
Le criticità del lavoro odontoiatrico
Gli studi dentistici, spesso costituiti da team ridotti, richiedono una collaborazione serrata e un continuo adattamento, ma anche il rispetto di ruoli specifici.
Una delle criticità principali è la presenza di personale ausiliario la cui professionalità è il risultato di esperienze sul campo, più che di un percorso di formazione “formale”, regolamentato solo recentemente per le ASO. Di contro, il personale di nuova formazione arriva negli studi con “solo” 700 ore di formazione e talvolta con aspettative irrealistiche o approcci poco adeguati ad un contesto altamente interdipendente, dando luogo a conflitti tra i più esperti e le nuove leve. Questo divario genera tensioni che, se non gestite, sfociano in episodi di mobbing.
Vediamo alcune situazioni.
Svalutazione del lavoro
La svalutazione del lavoro altrui è uno dei comportamenti disfunzionali che si verificano spesso negli studi odontoiatrici: la polarizzazione tra segreteria e area clinica porta spesso i due poli a leggersi uno più importante dell’altro, e la minimizzazione del contributo di un collega può ledere il clima lavorativo. Critiche continue o commenti svalutanti sulle competenze o sull’importanza dei ruoli e delle mansioni possono mettere in difficoltà, innescando tensioni.
L’alternativa è promuovere il riconoscimento reciproco e favorire l’uso di feedback costruttivi. Apprezzare i miglioramenti e suggerire eventuali correzioni con rispetto contribuisce a creare un clima positivo e motivante, dove ogni individuo si sente valorizzato.
Quando è necessario avvalersi di un’organizzazione di persone per erogare un servizio, è fondamentale riconoscere che ogni persona ha la sua importanza all’interno del sistema. Ogni ruolo ricopre una funzione essenziale e comporta specifici comportamenti professionali attesi, che garantiscono il corretto funzionamento dell’intera struttura.
Promuovere un ambiente basato sul rispetto e sulla collaborazione non solo migliora la qualità del lavoro, ma favorisce anche una maggiore coesione del team, potenziando la capacità di raggiungere gli obiettivi comuni.
Esclusione dalle attività comuni
Anche l’esclusione dalle attività comuni è una forma di mobbing. Spesso il personale più giovane e inesperto viene lasciato fuori da riunioni o discussioni importanti, provocando senso di isolamento. È importante invece coinvolgere tutti i membri nei momenti di confronto professionale, soprattutto quelli formativi, per favorire il senso di appartenenza e la crescita di competenze collettive.
Sovraccarico di lavoro
Un altro segnale di comportamento disfunzionale riconducibile a mobbing è il sovraccarico di lavoro intenzionale. Questo avviene quando vengono assegnati incarichi sproporzionati a un dipendente, centralizzando le deleghe su una sola persona e accentrando così il carico di lavoro e di responsabilità. Le conseguenze di tale sovraccarico possono manifestarsi su due fronti principali:
- percezione di comando: La concentrazione di responsabilità può indurre la persona a sviluppare uno stile di comunicazione autoritario, dettato dalla necessità di gestire con efficienza i compiti assegnati e dalla pressione di mantenere il controllo;
- stress correlato alle molteplici responsabilità: L’accumulo di incarichi e responsabilità può portare a un sovraccarico emotivo, con conseguenze negative sulla salute psicologica del dipendente, quali ansia, esaurimento e perdita di motivazione.
Questo tipo di dinamica non solo compromette il benessere del lavoratore coinvolto, ma può anche avere un impatto negativo sull’equilibrio e sulla produttività dell’intero ambiente lavorativo, minando le relazioni interpersonali e la fiducia all’interno del team.
Nella distribuzione del lavoro è importante delegare equamente le mansioni e formare il personale meno esperto in modo graduale, in modo che la qualità del lavoro e la sicurezza del paziente siano tutelati.
Isolamento sociale del nuovo arrivato
Uno dei comportamenti più frequenti e tipici all’arrivo di una nuova risorsa è l’isolamento sociale nella fase di onboarding: comportamenti come ignorare sistematicamente il nuovo arrivato ed evitare di interagire mina il benessere psicologico e la percezione della qualità delle relazioni dell’ambiente lavorativo.
È utile invece, nelle fasi di onboarding in particolar modo, creare occasioni di socializzazione e team building, anche fuori dal contesto lavorativo, per migliorare la coesione del gruppo e favorire la collaborazione. L’assioma “La relazione prevale sul contenuto della comunicazione” evidenzia l’importanza di favorire una connessione emotiva e di ascolto del prossimo creando occasioni e situazioni che consentano una comunicazione efficace e autentica.
Voci negative e pettegolezzi
Che dire poi del vecchio e noto “pettegolezzo“? La diffusione di voci negative con la messa in circolo di dicerie o insinuazioni sull’operato di un collega mina la fiducia, essenziale in un ambiente come quello sanitario, dove il beneficiario della professionalità è il paziente.
In caso di dicerie negative è importante stabilire un clima di trasparenza, dove la comunicazione diretta e rispettosa venga promossa e valorizzata per risolvere eventuali incomprensioni.
Prevenire i problemi per creare un ambiente positivo
Nel documento “Framework Guidelines for Addressing Workplace Violence in the Health Sector“, pubblicato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) in collaborazione con l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO), l’International Council of Nurses (ICN) e il Public Services International (PSI) si sottolinea l’importanza di un approccio preventivo e della partecipazione attiva di tutte le parti coinvolte.
Tra le raccomandazioni chiave, il testo indica che il management dovrebbe adottare l’implementazione di programmi di formazione e coaching per il personale, finalizzati a migliorare le capacità interpersonali, di comunicazione e gestione delle emozioni. Un clima organizzativo positivo e un forte sostegno istituzionale possono ridurre l’incidenza di tali episodi e migliorare il benessere complessivo dei lavoratori.
In conclusione, la turbolenza che caratterizza molti studi odontoiatrici, con frequenti cambi di personale, rappresenta una sfida significativa sia per i titolari degli studi che per il team stesso. Se da un lato questa rotazione può essere una prassi inevitabile per individuare il collaboratore ideale, dall’altro spesso è la spia di dinamiche disfunzionali che, anziché rafforzare il gruppo, disperdono preziose risorse umane e professionali. Gli studi perdono così l’occasione di trattenere collaboratori validi, motivati e orientati a costruire relazioni di qualità, che vogliono vivere il lavoro con piacere e con un profondo senso di soddisfazione. Promuovere un clima lavorativo sereno e inclusivo, investendo nella comunicazione e nella crescita professionale del team, è quindi essenziale per evitare che il mobbing e le disfunzionalità interne impediscano allo studio di prosperare e attrarre talenti che ne condividano i valori.